Il nome del laboratorio deriva dal latino Incunabula, termine collettivo per tutti gli oggetti relativi alla cuna, la culla: delicati lini e lunghe strisce di stoffa un tempo utilizzati per avvolgere un neonato. Così, per estensione, il termine arrivò a indicare la culla stessa, i testi delle origini di una cultura.
Appena si entra in questo piccolo laboratorio ci si sente trasportati nell’atmosfera antica e silenziosa di un vecchio convento: presse azionate a mano, tagliacarte, telai per l’asciugatura della carta… tutto qui rimanda ai tempi passati delle antiche botteghe. Il soffitto è rivestito di lamine di rame, che donano all’ambiente un colore caldo e particolare. Ci troviamo in un dominio personale e unico: quello di Milica N. Popović.
Milica è nata a Belgrado, in Serbia, nel 1967. Nel luglio del 1993 ottiene la laurea in Tecnologia presso l’Università di Belgrado, con equipollenza presso l’Università di Milano. Nello stesso anno lascia la sua Belgrado natale per l’Italia, dove a Firenze, presso la Biblioteca Nazionale Centrale, muove i suoi primi passi come studentessa nel mondo del restauro artistico. Fu un periodo intenso… lavorava come volontaria, ma questo portò i suoi frutti: diventerà infatti insegnante di restauro di documenti cartacei e pergamene proprio lì, alla BNC di Firenze e, negli anni successivi, all’Accademia di Brera a Milano. Queste esperienze la aiuteranno a scoprire il suo amore per il recupero del patrimonio artistico e umanistico del Rinascimento.
Nell’aprile del 1998 ottiene il riconoscimento come restauratrice di testi antichi dall’Istituto di Patologia del Libro di Roma. Nel 1999 apre il suo laboratorio: L’Incunabolo, al numero 29 di Piazzale Donatello, presso la Bottega degli Artisti, lo storico edificio nato per ospitare gli studi d’artista. Qui Milica può esprimere pienamente il suo amore per i testi antichi, i manoscritti e gli incunaboli, i codici e i libri stampati antichi e rari, ridando così nuova vita a cose altrimenti destinate al degrado e alla scomparsa.
Presto otterrà il prestigioso incarico di restaurare trenta codici compilati da Galileo Galilei e da altri scienziati che lavoravano a Firenze presso l’Accademia Medicea del Cimento.
Nel corso di questi anni di attività dedicata, ha avuto la rara opportunità di imbattersi in vecchi fogli sciolti, non riconducibili a nessuna opera di collezione, ma pur sempre autentici testimoni di epoche passate. Ha raccolto questi pezzi con amore, salvandoli dall’oblio e dal degrado.
Utilizzando questo materiale storico, ha iniziato a tenere brevi workshop sull’arte del restauro del libro. Nel corso di un breve laboratorio, chiunque abbia passione e interesse può apprendere non solo i rudimenti di questa affascinante attività, ma anche realizzare piccoli gioielli di legatoria, ulteriormente impreziositi da dettagli creati personalmente.
Nel giro di poche ore chiunque può realizzare e portare a casa qualcosa di veramente bello, utilizzando autentici fogli antichi manoscritti, dando loro così nuova vita. Solo alcuni esempi: creare una copertina per un libro amato, realizzare un diario personale unico, oppure restaurare un singolo foglio antico, trasformandolo nel proprio piccolo tesoro personale. E questo, perfettamente in linea con un’attività antica, poiché un tempo i vecchi fogli scritti venivano rilegati insieme per creare un foglio più robusto, adatto a una semplice copertina per opere appena scritte, quando la carta era un bene molto più prezioso rispetto a oggi, qualcosa di valore, da non gettare via con leggerezza.
Avendo creato un pezzo così unico, si può poi riportare a casa, nel proprio ambiente contemporaneo, un oggetto che conferisce ulteriore valore alla visita della città storica di Firenze — o Florentia, come un tempo veniva chiamata — qualcosa che può a buon diritto trovare posto tra i cimeli di famiglia più cari.
30 codici appartenenti al Fondo Galileo Galilei.
434 volumi a stampa.
55 pergamene appartenenti all’archivio Bardi di Vernio, Castello di Poppi, famiglia Guicciardini, Firenze.
Professore a contratto presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, per l’insegnamento di “Restauro di libri e materiali archivistici”.
CODICE CHIAMATO “AGNUS DEI”, codice su pergamena del c. 142, Memorie Ecclesiastiche, privilegi relativi all’Opera laica e alla chiesa di Santa Maria del Fiore.
Codice miniato n. 25, Inv. 1958: n. 25
Antifonario contenente le risposte e le antifone per il Proprio dei santi, dalla festa di Sant’Agata, Santi Pietro e Paolo, l’Annunciazione e il nome della Vergine, fino alla festa di San Zanobi.
Istituto degli Innocenti, 6 piante, di Gaetano Coli e dell’architetto Pasqui del 1838, Archivio di Stato di Firenze, 54 unità archivistiche (anni 1354-1880), appartenenti al Fondo “Appendice Camaldoli”.
10 volumi “ACTA SANCTORUM”, anni 1643-1758
ARCHIVIO CAPITOLARE METROPOLITANO FIORENTINO,
2 filze, Vite dei nostri canonici, Volumi I e III, anni 1500-1600.